Marcucci “Sì alle primarie, io sto con Giani”.
Le primarie? Altro che rischio, sono una necessità in queste condizioni. II candidato migliore? Senza dubbio Eugenio Giani. Quel che davvero conta èche il Pd metta in campo una proposta programmatica di svolta rispetto alla giunta Rossi su infrastrutture, sanità, rifiuti, territori. Parla Andrea Marcucci, il capogruppo dei senatori del Pd. Di fatto il più alto in grado nei livelli istituzionali del renzismo toscano.
Ora che Simona Bonafè si è tirata fuori nei dem toscani si affilano le anni: tra renziani Giani è a un passo dal lancio ufficiale, Stefania Saccardi non intende fermarsi, forse con l’appoggio di Vincenzo Ceccarelli. Tra gli zingarettiani Emiliano Fossi ci pensa e Federico Gelli potrebbe convincersi. Ma Marcucci ostenta serenità. Senatore, non la preoccupano questi venti di guerra? «Assolutamente no, ci sono le condizioni per portare avanti un confronto serio sui programmi oltre che sul candidato presidente, l’importante è fare velocemente, darsi una scadenza temporale rapida». Appare ormai rassegnato a primarie fratricide… «Non sono rassegnato, io sono un sostenitore delle primarie e si deve avviare presto il percorso. Se ci fosse unità come pure auspico sarebbe certo meglio ma le primarie sono nel Dna del Pd, permettono un confronto vero sul territorio, con le persone, sui temi, sono il metodo più democratico. Basta partire presto, farle in ottobre, non alla fine dell’anno. Senza traumi». Senza traumi? Sicuro? «Massi, le primarie creano una competizione e chi raccoglie di Ernesto Ferrara consenso vince, che male c’è?». È la prima volta che il blocco renziano si divide in maniera plastica. Non è forse un trauma? «Non credo che andrà così. Personalmemte reputo Giani un candidato autorevole e adeguato. Non credo ci siano i rischi paventati di spaccature ma qualora vi fossero non capisco come una scelta centralista senza primarie li potrebbe risolvere». Crede che Saccardi non corra? «Vedremo, perchè mi devo porre il problema? Se volesse è meglio che faccia le primarie e non che qualcuno decida a chi tocca. Ci credo davvero». Cinque anni fa fu proprio Renzi premier e segretario a imporre Rossi candidato. Ora i renziani vogliono le primarie per non farsi imporre il nome da Zingaretti, che secondo qualcuno punta a Bonafè? «Che c’entra Zingaretti? Mica c’entra la segreteria. Le imposizioni vanno evitate. Bisogna avere il coinvolgimento del territorio». Ma il Pd toscano si può permettere le primarie? Di coalizione? «Sì che può. Abbiamo avuto bei segnali alle amministrative e alle Europee. Le primarie sono coinvolgimento, decida la segreteria regionale sedi coalizione, noi dovremo avere il nostro miglior candidato presto. Ci sono tante energie fresche in toscana, il centrosinistra sia il luogo dove si contrarino quelli che vogliono una regione più verde e produttiva coi servizi che funzionano meglio». È Giani il candidato ideale? «In genere i candidati ideali non esistono. Visto il panel dei candidati è il migliore, di lui ho molta stima». Di Saccardi no? «Ho molta stima anche di lei ed è legittimat a fare le sue scelte». E davvero questa cosa che due renziani si sfidino non la angoscia? «Magari non accadrà nemmeno stavolta. Ognuno farà le proprie consultazioni, vedrà il consenso che ha edeciderà cosa fare». E se vincesse uno zingarettiano? «Sodi candidature possibili. Gelli non mi sembra abbia l’intenzione ma lo stimo, ha caratteristiche importanti. Ceccarelli farà le sue valutazioni. Avertante personalità valide è una ricchezza, non siamo tristi». A destra chi le fa più paura? Ceccardi o Mallegni? «Non ho un nome che mi fa più paura, sono preoccupato della deriva. L’approccio sovranista e populista fa presa nell’elettorato in parte anche qui. È una grande responsabilità: la Toscana deve rimanere nostro baluardo». Renzi che farà stavolta? E Zingaretti che dice ” decidono i toscani ” che effetto le fa? «Un segretario nazionale che decide di rispettare lo statuto va bene. Renzi? Aiuterà il Pd e il candidato che il Pd sceglierà». Secondo lei serve discontinuità rispetto alla giunta Rossi? «Su molte questioni in questi anni sono stato critico e ritengo che serva una valutazione programmatica profonda: infrastrutture, rifiuti, sanità, territori. In ogni ambito servirà riflettere bene». Bonafèsi è ritirata definitivamente? «Ho letto le sue dichiarazioni, ne prendo atto. Sta rispettando i 170 mila elettori che l’anno votata».
–Ernesto Ferrara – La Repubblica di Firenze
