Voglio esprimere la mia piena solidarietà, vicinanza e comprensione a La Repubblica in questi giorni oggetto di attacchi e minacce a cui non si può restare indifferenti né assuefatti. Ma che anzi è necessario condannare con assoluta fermezza. Da troppo tempo nel Paese sta prendendo piede, in modo subdolo, un clima tradotto in un linguaggio portatore d’odio, che genera azioni violente. Non è un caso che attraverso la vostra voce, venga minacciata la libertà di stampa, valore fondante della nostra democrazia.

Quello che sta accadendo al vostro giornale dal 15 di gennaio, giorno del falso allarme bomba alla sede di Repubblica, si lega a doppio filo alle vergognose minacce indirizzate alla Senatrice Liliana Segre e alle scritte anti semite apparse sulle porte delle nostre case, e non ultimo gli ingiustificati episodi di intolleranza che si stanno verificando in questi giorni verso i cittadini cinesi. La spirale d’odio va fermata e dalla Toscana, terra di diritti, tolleranza ed accoglienza, primo stato nella storia ad abolire la pena di morte, voglio che giunga forte questo messaggio.

Sono per creare una regione in cui siano affermati i valori del dialogo e dove si assicuri il rispetto per le diversità. La società che immagino è quella in cui si costruiscono ponti e non si alzino dei muri. L’unico muro che tutti noi dobbiamo alzare, è per proteggere i giovani dalle idee e dalle ideologie che inneggiano all’odio, alla violenza e al razzismo.

Per questo fra i miei progetti, c’è quello inserire un esplicito riferimento all’antifascismo nello statuto della Regione e di realizzare il progetto ‘Pegaso’ sui luoghi della Resistenza. Quello che sta accadendo mi conferma nell’idea di valorizzare la memoria come elemento costitutivo di una società e che essa debba essere mantenuta come asse portante della nostra azione culturale, civile e politica.

Proprio la senatrice Segre ci ammonisce sull’indifferenza che le famiglie ebree subirono quando si incamminarono verso i campi di concentramento. “Eravamo invisibili” ha detto. Dalla Toscana, dove è nato il Treno della Memoria, giunga la più forte resistenza a tutte le nuove e vecchie forme di intolleranza.

di Eugenio Giani – intervento pubblicato su La Repubblica del 7 febbraio 2020