Questa è la mia visione della Toscana di domani, aperta al contributo dei miei concittadini, delle forze politiche e delle associazioni che accanto a me lavorano per una regione più forte e unita.
5 condizioni per ripartire e tornare a crescere
Per tornare a crescere, realizzare le infrastrutture, creare lavoro per i giovani e garantire i diritti sociali primari ci sono alcune condizioni preliminari da rispettare, senza le quali non si potranno realizzare i risultati attesi.
La prima condizione per contrastare la caduta del PIL regionale, innestare la marcia della ripresa, aprire subito i cantieri delle infrastrutture strategiche e creare occupazione stabile, è rappresentata da un aumento massiccio degli investimenti pubblici.
Un Piano Straordinario di contributi e finanziamenti che in Toscana può mobilitare 5 miliardi all'anno di investimenti per i prossimi 5 anni, raddoppiando di fatto il volume degli investimenti regionali.
Risorse europee e nazionali che vanno a sommarsi al Patto per lo Sviluppo sottoscritto pochi mesi fa dalla Regione con le imprese e i sindacati (8 miliardi di investimenti e 110.000 posti di lavoro nei prossimi 5 anni, di cui 28.000 destinati ad essere stabilizzati, con interventi decisivi per la difesa del suolo, le infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali e aeroportuali, i nuovi ospedali, l’edilizia residenziale pubblica).
In questa prospettiva continua ad emergere la centralità delle PMI, che rappresentano tuttora la spina dorsale del sistema produttivo toscano. Per recuperare il divario di competitività con i sistemi industriali più avanzati dobbiamo restituire priorità alle misure di sostegno e agli incentivi per la piccola impresa (formazione di competenze, staffetta generazionale, accesso al credito, fondi di investimento, supporto all'export, industria 4.0 e ricerca).
Si è parlato molto di 3 Toscane a diversa velocità di sviluppo, ma io credo molto alla necessità di ricucire e integrare le diverse vocazioni. Le nostre strategie di sviluppo devono garantire un maggiore equilibrio territoriale, investendo di più nelle potenzialità della costa, delle aree interne , del sud e delle isole della nostra regione.
La Toscana dispone di un enorme patrimonio di beni comuni da mettere a reddito e capitalizzare attraverso investimenti ad alto impatto sociale ed ambientale, finanziati anche dal risparmio privato tramite strumenti innovativi:
- il partenariato Pubblico Privato che consente di coinvolgere anche i fondi di investimento istituzionali;
- i mini bond che coinvolgono direttamente le PMI e il sistema bancario;
- gli investimenti a impatto sociale, che rappresentano una scelta innovativa in chiave di sviluppo sostenibile, secondo gli obiettivi Onu di Agenda 2030.
Accanto ai forti margini di crescita del motore centrale del PIL toscano (il sistema produttivo e tecnologico dell’Arno Valley e dei suoi distretti trainanti come quello dell’ICT di Pisa), penso anche a nuovi obiettivi:
- un piano per l’Economia del Mare centrata su Livorno (porto internazionale e presidio prioritario della rete Transeuropea) e Piombino oggi a vocazione industriale e traghettistica; due realtà che hanno gettato le basi per sviluppare le loro vocazioni in una logica di sistema integrato, mentre Viareggio e Marina di Carrara continueranno a crescere nella nautica da diporto.
- investire sul Distretto Agroalimentare della Toscana del Sud, integrando la coltivazione e la trasformazione delle produzioni agricole ad alta intensità biologica con le piattaforme logistiche connesse alle infrastrutture portuali. Le risorse agroalimentari e forestali costituiscono i “Beni Rurali” dei toscani e della Toscana. Sono un valore e danno valore. Rappresentano, di per sé, un modello nuovo di produzione. Per i 10 miliardi di persone che popoleranno il pianeta tra trent'anni la Toscana rappresenta la “sostenibilità realizzata”, un modello di agricoltura e un equilibrio che poggia su tre concetti fatti su misura per noi: benessere, sostenibilità, identità.
- estendere gli effetti positivi generati dalle Cooperative di comunità, favorire la residenza di giovani coppie e la nascita di nuove imprese nei piccoli comuni e nelle arre interne.
- Protocolli di insediamento da sottoscrivere tramite Invest in Tuscany con i Comuni per favorire l’attrazione di investimenti produttivi attraverso incentivi economici, snellimento e velocità delle procedure amministrative.
Questa crisi economica senza precedenti ci dice che sarebbe sbagliato pensare di riconquistare la vecchia normalità, quando dobbiamo ripensare e progettare nuove modalità di lavorare, studiare, produrre, consumare, governare.
La Toscana può rispondere meglio di altri territori alla forte domanda di benessere diffuso, capitalizzando le ricchezze del suo patrimonio naturale e culturale, del suo tessuto di socialità e sicurezza, in un ambiente sano e ispirato a nuovi stili di vita. Una terra ideale per attrarre talenti e nuove competenze, creare sviluppo e fare impresa, valorizzando una rete eccellente di poli scientifici e tecnologici che rappresenta la prima garanzia di sviluppo sostenibile.
Il principio di sostenibilità rappresenta infatti il parametro trasversale con cui misurare ogni azione di governo nei prossimi 5 anni, dalle infrastrutture ai servizi, dalle politiche industriali a quelle agricole e turistiche.
Coniugare salute e ambiente con sviluppo e industria si può, si deve.
La globalizzazione come l’abbiamo conosciuta è destinata a lasciare sempre più spazio ad una politica “glocal” di cui la Toscana può rappresentare per tutto il mondo uno dei modelli più avanzati.
Una nuova idea di regione capace di sfruttare meglio il potenziale della sua “naturalità” e della sua eccezionale “biodiversità” materiale e immateriale, produttiva e culturale.
La prossima legislatura regionale si apre all'insegna di un cambio di prospettiva, evocato dall'Agenda 2030 dell’ONU, dal Piano di riconversione ambientale dell’U.E. e dai progetti di cittadinanza ecologica ispirati all'attuazione della “Laudato sì”, l’enciclica visionaria di Papa Francesco per la cura della Casa Comune.
Nell'era dei grandi rischi e delle grandi opportunità generate dalla pandemia la Toscana può puntare a tre traguardi:
- Toscana Carbon Neutral entro il 2030, quando non produrremo più anidride carbonica di quanta ne assorbiamo;
- 100% di energie rinnovabili entro il 2050. Già oggi la geotermia si avvicina al 40% del nostro fabbisogno di energia e con l’apporto del solare fotovoltaico, dell’idroelettrico e dell’eolico, avremo un futuro fatto solo di rinnovabili;
- un grande “cantiere verde” per la riconversione ambientale e la gestione sicura del territorio, delle città, dei fiumi e del paesaggio naturale. Le risorse europee connesse al “Green New Deal” rappresentano un’occasione senza precedenti; dobbiamo farci trovare pronti per gestire progetti, cantieri e assistenza ai Comuni.
Pensare alla protezione del nostro ambiente come al compito primario che abbiamo davanti non significa bloccare le infrastrutture e gli investimenti, ma realizzarli con una consapevolezza nuova. Per questo motivo vanno scoraggiate le gare al massimo ribasso, che scaricano i risparmi sulla qualità dei materiali e la sicurezza dei lavoratori.
Faccio alcuni esempi per indicare la direzione di marcia che intendo seguire:
- l’acqua è un bene comune primario e sono maturi i tempi, dopo il lavoro di riorganizzazione fatto e gli investimenti realizzati, per puntare ad una gestione totalmente pubblica da parte delle aziende toscane, provvedendo anche alle necessarie integrazioni/fusioni così da raggiungere economie di scala idonee a realizzare gli investimenti necessari per migliorare la qualità del servizio;
- programmare con i gestori preposti un piano per la manutenzione delle infrastrutture esistenti: in Toscana abbiamo 600 ponti e viadotti e la maggior parte delle opere sono vicine al fine vita;
- per facilitare l’apertura dei cantieri e reinvestire tutti i ricavi della gestione in sicurezza, manutenzione e sviluppo della rete stradale regionale, ci doteremo di un nuovo strumento: Toscana Strade SpA;
- una Regione più sicura e previdente contro i rischi ambientali; un investimento di prevenzione del rischio paga due volte: tutela l’ambiente ed evita danni umani e materiali di gran lunga più pesante dei costi di salvaguardia e bonifica;
- l’economia circolare è la nuova frontiera nel campo dei rifiuti e uno dei miei impegni prioritari sarà quello di predisporre il nuovo piano regionale centrato sull’autosufficienza (smettiamola di pensare che si possa esportare in altre regioni una parte dei nostri rifiuti), sull’incremento della raccolta differenziata e sulla sostenibilità dei costi di smaltimento;
- la Geotermia rappresenta per la Toscana una realtà importante per l’occupazione, lo sviluppo tecnologico e la produzione di energia da fonte rinnovabile. E’ un’altro dei nostri capitoli di economia circolare, per coniugare le migliori tecnologie con la sostenibilità ambientale. Nel primo anno di mandato punteremo a superare la logica del monopolio del gestore unico e a definire un “agenda per lo sviluppo socio-economico delle aree geotermiche” condivisa con i comuni e le parti sociali;
- la riconversione verso l’elettrico del parco mezzi della Regione è un primo dovere, ma la vera ambizione è arrivare entro il 2030 ad un trasporto pubblico elettrico, con la costruzione di una rete pubblica di colonnine per la ricarica delle auto elettriche.
Mai come ora dobbiamo agire con la determinazione degna di una situazione di emergenza. Non possiamo permetterci di sprecare per eccesso di burocrazia una sola occasione che crei ripresa, reddito e nuova occupazione. Non mi sentirete ripetere la litania della semplificazione. Pensiamo piuttosto a fare la nostra parte in tutto ciò che è di competenza regionale. Per me iniziare a bonificare la burocrazia significa:
- sfoltimento delle procedure che rallentano i controlli
- riduzione di almeno il 30% dei tempi di risposta della Regione ai cittadini e alle imprese
- ricorso più esteso alla programmazione negoziata
- modifiche sostanziali delle competenze regionali nelle gare d’appalto
- potenziamento dei sistemi telematici di acquisto
- integrazione totale delle banche dati regionali, condivisione e garanzia di accesso alle informazioni
- estensione dell’autocertificazione digitale
- facilità di rendicontazione e liquidazioni più veloci dei contributi regionali.
I mesi dell’emergenza sanitaria hanno dimostrato che non basta stabilire norme e sostegni economici se poi il sistema si inceppa e i finanziamenti restano bloccati. La sfida più complessa che la Regione deve risolvere è quella di rendere più semplice e veloce il rapporto con i cittadini e con le imprese.
E’ la premessa essenziale da realizzare all'inizio della nuova legislatura regionale. All'emergenza economica aggravata anche dal groviglio di competenze e impacci burocratici si risponde con misure di emergenza. Obiettivo: insediare un Commissario che entro Giugno 2021 sottoponga ad una sessione straordinaria del Consiglio Regionale l’approvazione di una prima revisione delle procedure amministrative che regolano il rapporto tra Regione, cittadini e imprese. Una scadenza da rinnovare ogni anno, per portare a termine la revisione completa delle misure di snellimento burocratico.
Attribuisco un significato determinante a questa scelta, per fare della Toscana una Regione più semplice, dinamica e solidale, amica dei cittadini e delle imprese, nemica degli eccessi burocratici, più vicina alle istanze dei territori e dei Comuni, disposta ad investire sul futuro dei giovani e dei progetti più innovativi e sostenibili.
Uno degli investimenti regionali più importanti riguarda il completamento, entro il 2021, della infrastruttura di rete per la telefonia mobile e la banda ultralarga, per garantire una vera digitalizzazione degli adempimenti amministrativi e la parità dei diritti digitali a tutti i cittadini e a tutte le imprese della Toscana, coprendo anche le cosiddette aree a fallimento di mercato.
Sono convinto che si tratti di un’infrastruttura altrettanto strategica come quelle per i trasporti e l’energia; garantire la copertura di rete in tutti i comuni e le frazioni della regione, insieme all'implementazione delle reti 5G, sono obiettivi decisivi per abbattere le disuguaglianze digitali, tutelare i diritti di studenti, famiglie e imprese e dare soluzioni strutturali all'abbattimento delle barriere burocratiche.
La Toscana ha fatto molti progressi verso l’innovazione digitale della macchina amministrativa. Per diventare più semplici e veloci agiremo per obiettivi. Per darvi un’idea:
- Traccia la mia pratica: monitoraggio delle procedure analogo a quello delle vendite online
- Mi fido di te: estensione delle autocertificazioni basata sulla fiducia verso i cittadini e le imprese
- Video conferenze: rendere permanenti le innovazioni sperimentate in emergenza Covid
- Una Regione ancora più social: progettare una nuova Social Media Strategy della Toscana
- Facile come un click: entro un anno anni tutti i servizi ai cittadini e alle imprese dovranno confluire in un’unica piattaforma Cloud
- Open Toscana; tutti i servizi digitali della Regione accessibili mediante una app semplice e sicura.
Fronteggiare la crisi più difficile di questo secolo significa anche introdurre significativi cambiamenti nella “governance” e nel modello organizzativo regionale.
Il rapporto più stretto con i comuni e i territori, la capacità di ascolto e di dialogo con il mondo del lavoro e delle imprese devono tradursi in decisioni tempestive, misurabili in termini di risultati e di benefici prodotti. E’ un obiettivo e una condizione che deve valere per la squadra di governo e i dirigenti della Regione. Analoghe misure orientate all’efficacia dei risultati riguardano anche le Agenzie e gli Enti regionali per i quali adotteremo nuove misure di aggregazione e di riorganizzazione.
Nella valutazione della performance che dà conto di come e per cosa si spende il denaro pubblico la Toscana occupa oggi i primissimi posti del Rating Pubblico delle regioni italiane.
Possiamo fare di più e migliorare i risultati in termini di efficienza amministrativa spingendo sul controllo di gestione e sulla rendicontazione, a partire dalla valorizzazione e dal recupero del patrimonio immobiliare regionale che mette in moto sviluppo, dà lavoro alle imprese, genera ricchezza per la collettività e i territori.
La rimodulazione della struttura organizzativa e delle deleghe operative dovrà inoltre consentire al Presidente di presidiare tre obiettivi strategici e trasversali rispetto ai vari assessorati: 1) Unità di Missione dedicata in via permanente al negoziato con Roma e Bruxelles per assicurare alla Toscana la dotazione e il pronto utilizzo della quota parte dei nuovi fondi strutturali e dei finanziamenti dell’Unione Europea e del Governo Nazionale; 2) Attuazione del programma di governo, controllando il rispetto dei tempi legati al suo stato di avanzamento e comunicando ogni sei mesi i risultati raggiunti; 3) Creazione di uno Sportello Regionale che assista i comuni, i cittadini e le imprese per sfruttare al massimo le risorse (fino al 110%) di Superbonus, Ecobonus e Sismabonus, per una campagna regionale di risanamento edilizio, efficientamento energetico e prevenzione antisismica.
Tornare a crescere tutti insieme. Comune per Comune
In questi difficili mesi di crisi abbiamo riscoperto il ruolo essenziale del “pubblico” di fronte ai limiti del “privato” e della pura logica di mercato.
Per questo crediamo che debba prevalere lo spirito di comunità, di collaborazione, di fiducia verso le istituzioni e gli esperti, di riconoscenza verso l’abnegazione del personale medico, degli infermieri e dei volontari del Sistema Sanitario, della Protezione Civile e di tutti i lavoratori che stanno affrontando in prima linea disagi e rischi per assicurare i servizi essenziali.
Insieme possiamo farcela. E quando avremo superato l’emergenza scopriremo quanto sia importante guardare al futuro con i piedi piantati in una civiltà millenaria che ci ha reso una delle regioni più evocate del mondo, uno dei miti globali del buon vivere, un modello di coesione sociale e sviluppo economico che ha generato benessere e ricchezza, in armonia con l’arte e l’amore per il paesaggio.
Tutto questo, nel mondo, si chiama e si scrive Tuscany. Valore immateriale e materiale, simbolo di stile e di qualità della vita, brand che aumenta il valore e la domanda dei prodotti nati e realizzati in Toscana.
Noi toscani dobbiamo ricordarci sempre, specialmente nei momenti più difficili, che in questa terra si è generato uno degli habitat naturali e culturali più adatti per arricchirci di nuova conoscenza. Secoli di storia che parlano al futuro. Amare la nostra regione significherà sempre di più meritarci il privilegio di abitarla, tornare ad intessere relazioni e rapporti internazionali, attingere alla sua storia, tradurla in nuove forme di accoglienza per i visitatori di tutto il mondo. Riconoscere il valore della buona politica e dei beni comuni, investire in cultura digitale e liberarci dall’oppressione della burocrazia più inutile e dannosa, pretendere più pensiero e meno invettive, avere più cura della nostra ineguagliabile biodiversità.
Non è facile comprendere tutto ciò che ha dato origine a questo patrimonio collettivo, al coraggio dei toscani e del loro saper fare, alla loro capacità di reagire e di rinascere, al senso profondo della nostra identità, ai valori della Regione che siamo. Comune per Comune.
Può venirci in aiuto il pensiero di un grande concittadino, Mario Luzi:
“Più di ogni altra condizione locale la Toscana è un concetto e un’elettiva assunzione di valori”.