Questa è la mia visione della Toscana di domani, aperta al contributo dei miei concittadini, delle forze politiche e delle associazioni che accanto a me lavorano per una regione più forte e unita.
Le priorità dell’agenda di governo
All'emergenza sanitaria che la Toscana sta governando meglio di altri grazie all’efficienza del suo sistema sanitario, si accompagna una crisi economica senza precedenti che colpisce i ceti sociali più fragili, aumentando le disuguaglianze sociali e la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro.
Dopo aver dato priorità assoluta alla salute dei cittadini, assicurando a tutti le cure migliori e contenendo entro limiti di sicurezza i rischi della pandemia, ora dobbiamo affrontare insieme la sfida più difficile di sempre: superare un’emergenza economica che ha già procurato danni gravissimi.
Agire immediatamente
Di fronte all’aumento dei nuovi disoccupati e alla grave riduzione del PIL (le previsioni oscillano tra 8,4 e 11%) metto al primo posto un Piano Regionale di contributi e misure complementari a quelle nazionali ed europee, da destinare da qui alla fine dell’anno alla scuola, alle micro, piccole, medie imprese e al turismo. Un check up che verifichi capitolo per capitolo come e se abbiamo speso tutte le risorse regionali disponibili, al fine di coprire i principali fabbisogni su cui indirizzare contributi a fondo perduto e liquidità per le imprese.
Il versante che in queste ore segnala la sua altissima priorità è la scuola. Dobbiamo infatti garantire il massimo sviluppo dell'attività scolastica fin dalla metà di settembre, finanziando interventi strutturali e di sicurezza rivolti alla massima estensione possibile delle attività in presenza, a partire dai bambini delle scuole materne. L’apertura dell’anno scolastico rappresenta un vero banco di prova per la nostra comunità; è quindi necessario che la Regione assicuri, in questi prossimi mesi più di sempre, un monitoraggio permanente delle strutture scolastiche, per intervenire tempestivamente negli ambiti delle proprie competenze.
Agire velocemente significa anche mettere in pratica alcune delle richieste più concrete delle parti sociali:
- impegnare le risorse del Patto di Sviluppo non ancora utilizzate per aprire subito i cantieri delle principali opere infrastrutturali con procedure di massima urgenza;
- rifinanziare i bandi che hanno funzionato di più e che le imprese hanno utilizzato al 100%, considerando anche le esigenze specifiche della crisi post COVID nella selezione delle priorità;
- disporre misure di sostegno alle imprese culturali e al settore turistico, per essere pronti ad intercettare la ripresa della domanda turistica e a investire risorse in un settore decisivo dell’economia regionale, puntando ad un modello di accoglienza diffuso e sostenibile in termini di reti territoriali, sistemi di mobilità, servizi digitali, campagne di promozione e centralità del capitale paesaggistico e culturale.
Toscana Regione d'Europa
Le risorse finanziarie e le misure di flessibilità dell’Unione Europea rappresentano un’occasione irripetibile nella storia dell’Europa. E’ un’occasione senza precedenti per risollevare l’Italia e accompagnarla verso una crescita sostenibile che incorpori lotta alle disuguaglianze e inclusione sociale, transizione ecologica ed energetica, rivoluzione digitale,
Mai come ora la Toscana deve agire come una grande regione europea, facendosi trovare pronta per intercettare e spendere tutte le risorse destinate alla Toscana dal “Next Generation UE” (sanità, infrastrutture, turismo, banda larga, edilizia sociale, acqua, trasporti e mobilità sostenibile, difesa del suolo, fonti rinnovabili). E’ un percorso decisivo per agganciare la ripresa, che intendo condividere con i Comuni, le parti datoriali e i sindacati.
L’accesso ai fondi non sarà automatico ma verrà misurato sulla coerenza degli obiettivi europei; non è una torta da spartire ma un’occasione unica per gli investimenti strategici della nostra regione, da cui transiterà la quota toscana dei 209 md ottenuti dall’Italia.
Una base di 10 md da aggiungere alle altre risorse già disponibili attraverso il Patto per lo Sviluppo.
E’ questa la vera sostanza di un Piano Straordinario di contributi e interventi che in Toscana può mobilitare 5 miliardi all’anno di investimenti per i prossimi 5 anni.
E’ l’unica soluzione credibile per reagire alla caduta del PIL regionale e offrire una reale prospettiva ai giovani, creare buona occupazione e sostenere la ripresa produttiva.
Senza contare gli altri due miliardi che potrebbero arrivare dal MES; continuo infatti a pensare che sia una vera assurdità rinunciare a finanziamenti così convenienti da investire nella nostra sanità territoriale.
La Toscana dovrà anche aumentare le sue capacità di progettazione per spendere la sua quota di risorse europee. L’apertura rapida dei cantieri richiede perciò un nuovo potenziale di europrogettazione che assista imprese, enti e associazioni per intercettare i finanziamenti europei, assicurando qualità progettuale e partenariati strutturati.
Per favorire questo obiettivo, tra le prime misure di governo la Regione lancerà un bando rivolto alla formazione e all’assunzione di giovani europrogettisti esperti nella selezione e nella gestione dei finanziamenti europei.
Investiamo ancora nella salute, nei diritti sociali, in un nuovo stile di vita
In Toscana la salute e l’assistenza sanitaria pubblica, per tutti, senza distinzione di reddito, sono diritti affermati e realizzati.
Penso che abbiamo fatto tanto in questi anni. Fatti e numeri dimostrano che in Itala siamo tra le prime tre regioni per efficienza e qualità dei servizi sanitari. E’ anche per questo che la Toscana ha saputo reagire meglio di altri, affrontando l’emergenza con misure tempestive e coordinate.
Continueremo ad agire come una comunità responsabile, fidandosi delle competenze mediche e scientifiche, rispettando le regole e cambiando alcune nostre abitudini. Nessun controllo sarà mai sufficiente senza la correttezza dei nostri comportamenti. Ne usciremo solo così, tutti insieme.
Oggi il sistema sanitario è in condizioni di tornare a garantire e migliorare il livello di cure e di assistenza precedente alla pandemia. E’ questo l’obiettivo sui cui concentrarci per indicare le correzioni e le innovazioni necessarie e per rispondere sempre meglio, in modo uniforme, ai bisogni dei cittadini e delle famiglie toscane, indipendentemente dal loro territorio di residenza.
La mia visione si basa su alcuni presupposti essenziali:
- Integrare rete ospedaliera e assistenza sociale. E’ uno degli ambiti più critici e complessi dell’assistenza sanitaria, sul quale i passi compiuti fino ad oggi non bastano. Per i casi di pazienti cronici socialmente più deboli, per le persone non autosufficienti speso prive di sostegno familiare, la soluzione non può essere l’ospedale ma strutture territoriali ad hoc per le cure intermedie, l’aumento dei posti negli hospice, la rete delle cure palliative e una forte collaborazione con le associazioni del volontariato e del terzo settore;
- sviluppare l’assistenza domiciliare e gli strumenti alternativi all’ospedale, investendo nell’evoluzione delle Case della Salute, intese di nome e di fatto come Comunità della Salute;
- potenziare i servizi consultoriali per la presa in carico della salute materna e infantile, recuperando la loro funzione di punti di riferimento territoriali;
- tradurre la nuova disponibilità di risorse per programmare nuove assunzioni di personale, la risposta più seria e concreta alla riduzione delle liste d’attesa e al bisogno di nuovi servizi territoriali;
- orientare la rete ospedaliera e sanitaria verso un rapporto più stretto col mondo della ricerca e delle imprese che operano nei settori connessi alla sanità, e al piano regionale per la terza età (telemedicina e silver economy);
- l’emergenza Covid ha reso evidente la necessità di un grande investimento nei settori connessi ai vaccini e alle scienze della vita. Su questo terreno la Toscana può assumere un ruolo trainante a livello nazionale e internazionale, grazie ad alcuni players e ai fattori competitivi generati dal distretto toscano delle Scienze della Vita. Per Toscana Life Sciences, Regione e Governo si presenta la grande opportunità di realizzare nella nostra regione un Centro per la sicurezza anti pandemica e nuove sinergie produttive tra scienze della vita, intelligenza artificiale e agroalimentare di qualità. Il futuro dell'impresa innovativa toscana passa anche da qui.
- Dobbiamo accompagnare le nuove generazioni verso uno stile di vita che dia valore al cibo sano proveniente dalla filiera corta della nostra Toscana, all'attività motoria e a uno sport ispirato allo spirito competitivo e di squadra. Al contempo, dobbiamo promuovere questi valori nell'età adulta come forma di prevenzione alla malattia e di rigenerazione dell’equilibrio psicofisico.
Insieme al diritto alla salute dobbiamo proteggere le persone più fragili, i giovani costretti a lavori privi di tutele e sottopagati, gli anziani soli, le persone disabili e non autosufficienti, le famiglie che vivono in povertà, contrastando le disuguaglianze con misure che rilancino il welfare regionale e i diritti sociali primari: edilizia residenziale pubblica, asili nido per tutti, trasporto pubblico, percorsi di inclusione e reinserimento nel mondo del lavoro, garanzie normative per combattere le nuove forme di precariato e sfruttamento del lavoro.
Diritti delle donne oltre gli stereotipi
In tema di diritti c’è un progetto di cui ho parlato spesso e a cui attribuisco un grande significato. Riguarda l’autonomia e la vera parità nel lavoro e nella vita pubblica per le donne, rimuovendo le barriere sociali e culturali che discriminano le donne e frenano la crescita della comunità.
In questo campo non fanno difetto le proposte sulla parità di genere quanto la traduzione pratica dei progetti che superino stereotipi, ingiustizie e pregiudizi ancora radicati. Le quote rosa, perdurando una grave assenza di equità, sono un rimedio ancora necessario ma non certo la soluzione.
Il diritto a tempi di lavoro flessibili e a un nuovo welfare declinato al femminile sarà il nucleo centrale di un progetto regionale che chiameremo “Ati”, dal nome della donna etrusca simbolo di indipendenza, libertà ed emancipazione.
I diritti delle donne passano infatti anche da leggi, normative e incentivi economici che garantiscano la reale tutela di questi diritti; in questo quadro agirò con determinazione affinché la Giunta e il Consiglio Regionale stabiliscano una relazione strutturata con la rete dei soggetti che operano sul tema della parità di genere, al fine di tradurre questa volontà di ascolto in atti amministrativi, tutele effettive e incentivi economici per l’imprenditoria femminile.
Diritti delle donne, servizi per l’infanzia, agevolazioni per la maternità e le giovani famiglie, sono altrettanti temi centrali dei 50 punti dell’Agenda di Governo che rappresenteranno la traduzione operativa di questa cornice programmatica.
I saperi come leva per la cultura, l’economia, i giovani
Per la Toscana la cultura costituisce una fonte essenziale di crescita sociale ed economica, lavoro e innovazione. Investire in cultura, sostenere le produzioni culturali e l’industria creativa significa mettere in moto uno dei moltiplicatori più efficaci in termini di sviluppo e nuova occupazione.
Al lavoro che si trasforma continuamente deve corrispondere la capacità di offrire ai giovani nuove opportunità formative per le professioni del futuro, incentivando il loro ingresso nelle imprese, nelle università e nel mondo della ricerca. Per consentire ai giovani toscani di restare nella loro terra dobbiamo investire risorse e garantire incentivi concreti per le start up, la rete degli incubatori e l’attrazione di imprese giovanili e innovative.
La valorizzazione dei saperi, delle competenze e della ricerca scientifica non serve solo al lavoro, ma anche alla crescita culturale della comunità.
Per dare il senso di marcia indico alcuni obiettivi:
- favorire l’inclusione sociale e culturale investendo nella formazione delle competenze digitali;
- completare la trasformazione del sistema regionale di formazione professionale. Non basta attuare la riforma dei centri per l’impiego. L’offerta formativa va costruita direttamente a livello territoriale in stretto raccordo con le imprese. Formare chi lavora e tutelare i mestieri artigianali, collegando il sapere e le conoscenze ai bisogni delle imprese e dei distretti produttivi, è la prima regola per creare opportunità di sviluppo e posti di lavoro;
- potenziare la rete degli Istituti Tecnici Superiori (ITS); in Toscana ce ne sono sette e più del 90% (con punte del 100%) di chi li frequenta dopo il diploma trova lavoro.
- progettare insieme alle Università toscane un Digital Innovation Hub, finalizzato a diffondere l’innovazione applicata a beneficio della smart economy e anche delle competenze più tradizionali presenti nel nostro artigianato;
- Inserire una nuova generazione di giovani dirigenti nella pubblica amministrazione toscana che dia slancio e velocità alla macchina regionale, con processi di selezione più innovativi rispetto al concorso pubblico;
- investire nei nostri edifici scolastici, che devono essere ristrutturati, ampliati, messi in sicurezza e accompagnati verso l’efficienza energetica.
Diritto alla sicurezza e cultura della legalità
La Toscana che ha fatto della coesione sociale uno dei suoi capisaldi continuerà a misurarsi con la stessa coerenza sui temi complessi dell’accoglienza.
La nostra regione rappresenta nel mondo un’idea di comunità aperta al dialogo e alla cooperazione tra i popoli, che tutela la salute e i diritti inviolabili di ogni persona presente sul suo territorio.
Oggi i cittadini stranieri rappresentano oltre l’11% della popolazione regionale e il modello di accoglienza più coerente è quello che tutela e integra chi rispetta le regole e respinge chi delinque o sconfina nell'illegalità.
Un modello diffuso basato sui piccoli numeri e sulla collaborazione dei Comuni, del Terzo settore e del Volontariato, che punta alla promozione dei processi di integrazione nei vari contesti territoriali.
La sicurezza non è la bandiera di nessuno ma il diritto di tutti. Il diritto dei cittadini e delle famiglie ad una maggiore protezione dai fenomeni della criminalità, dell’illegalità, del degrado urbano, non si ottiene con i facili proclami o istigando la paura, ma con un presidio più forte, Comune per Comune, di uomini e di mezzi delle forze dell’ordine, delle polizie municipali, investendo di più nelle misure di prevenzione e di sorveglianza, lavorando a fianco dei cittadini e delle associazioni per diffondere la cultura della legalità.